Emorragia post trauma: protocollo crash 2

I nostri amici animali spesse volte scappano dal giardino di casa, sfuggono dalle mani del proprietario durante la passeggiata, si rincorrono o rincorrono piccole prede per la strada finendo, ahimè, a volte investiti dalle nostre auto. Questi piccoli o grandi incidenti generano traumi a volte insignificanti altre volte gravi tanto da essere incompatibili con la vita.

Piccole manifestazioni cliniche possono nascondere lesioni importanti o, altre volte, solo stati clinici stuporosi derivanti da shock facilmente superabili.

Ne sono un esempio questi due casi, molto simili tra loro, ed entrambi conclusi con successo, grazie ad un protocollo mutuato dalla medicina d’urgenza della medicina umana. Il minimo comune denominatore per tutte e due le situazioni è stata la scelta di non intervenire con la chirurgia.

Il primo caso è quello di Moore, un meticcio adulto investito nella zona di Offagna e scaraventato in un dirupo. Il povero Moore (cane divertente e molto buono) arriva in visita con sangue alla bocca, disteso su un lato, respiro affannoso, pupille dilatate, battito cardiaco accellerato: shock che valuteremo poi essere ipovolemico ovvero collegato alla massiccia perdita di sangue.

La prima cosa che facciamo è applicare due agocannule attraverso le quali cerchiamo di correggere lo shock, aumentando la pressione e garantendo che il sangue arrivi in tutte le parti del corpo. Piano piano riusciamo nell’intento, l’esame emocoromocitometrico (per vedere la quantità di globuli rossi, bianchi e piastrine), eseguito subito all’arrivo del paziente, ci segnala una situazione normale. Fortunatamente le lastre non evidenziano fratture e grazie all’ecografia addominale (con la tecnica delle microbolle ) rileviamo l’integrità della vescica.

Ci accorgiamo che è presente un versamento e sulla base della nostra esperienza capiamo subito che si tratta di sangue. Quello che all’inizio era un esame con risultati non preoccupanti (emocromocitometrico) ora diventa drammaticamente negativo. Optiamo per ricontrollare a stretto giro il paziente ma in serata il sangue circolante è diminuito ancora. Visto che ecograficamente la milza è integra, probabilmente, in questo caso, a sanguinare è il fegato. In queste circostanze a causa della anatomia addominale e la disposizione dell’organo nell’addome non abituale, risulta difficile praticare l’esame ecografia. Ci troviamo ad un bivio, praticare o meno una chirurgia cercando di trovare l’emorragia e chiuderla.

Il rischio è che, aperto l’addome, troviamo lacerazioni diffuse al fegato che poi non possono essere chiuse. Abbandoniamo l’idea di intervenire chirurgicamente e ci decidiamo ad eseguire la procedura del bendaggio compressivo addominale che prevede l’applicazione di un asciugamano arrotolato proprio sulla pancia dell’animale.

La procedura funziona e i globuli rossi circolanti non diminuiscono più! Dopo 24 ore piano piano togliamo il bendaggio ma purtroppo … l’emorragia riparte! Eseguiamo delle ricerche e decidiamo di utilizzare l’acido tranexamico, un farmaco che in medicina umana si usa da decenni. Dopo un confronto interno anche con i nostri tutor di medicina d’urgenza, optiamo per utilizzare un protocollo che in medicina umana aumenta la sopravvivenza degli uomini e donne incidentati: si tratta del protocollo crash 2.

L’acido tranexamico agisce, intervenendo sulla coagulazione e inibendo i processi di degradazione della fibrina favorendo e proteggendo quindi le forze coagulative. Il trattamento funziona e dopo due giorni di controlli ulteriori Moore torna a casa dai suoi padroni!

L’altro caso clinico è Becky un bovaro del bernese( in foto ) : investita da un’auto in zona Casenuove l’animale arriva camminando sulle sue zampe, a differenza di Moore, e, seppur respiri affannosamente, le lastre al torace sono nella norma.

L’ecografia poi non evidenzia nessuna lesione addominale e anche l’esame del sangue è nella norma: non ci sono emorragie, quasi ci convinciamo a mandare a casa l’animale quando per scrupolo tratteniamo in osservazione il paziente. Durante la serata l’animale inizia a tossire ed espettorare sangue.

L’esame del sangue cambia e peggiora: c’è stata una contusione polmonare, un vaso peribronchiale o lobare lacerato sta gemendo sangue. Senza perdere tempo pratichiamo il protocollo crash 2 ed ecco che anche la bella Becky si normalizza e in 48 ore torna a casa dai suoi proprietari.

Non sempre la chirurgia è necessaria, se si sa cosa fare è importante mettere in campo soluzioni alternative che limitino i rischi di intervenire su un animale che è già in difficoltà.

Grazie allo studio continuo, indispensabile in tutti i campi, siamo riusciti a risolvere l’urgenza, a salvare l’animale e riportare la serenità ai padroni.