Paziente Cardiopatico

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Molti nostri animali domestici soffrono, solitamente in età geriatrica, ma non solo, di patologie cardiovascolari. Le cardiopatie possono distinguersi in congenite o acquisite.

I segni clinici nelle cardiopatie congenite possono essere da molto gravi, e quindi portare a morte l’animale subito dopo la nascita, a lievi, e passare quindi quasi inosservati per poi eventualmente aggravarsi nel tempo. Si può ben capire quindi la necessità di una diagnosi precoce e di una eventuale terapia per cercare di rallentare la progressione della malattia e lo sviluppo di conseguenze irreversibili.

Le malattie cardiache acquisite si sviluppano dopo la nascita e a seconda della loro gravità causeranno sintomi clinici più o meno evidenti , di cui il facile affaticamento è il primo ad essere spesso riferito dal proprietario.

Esistono alcune razze predisposte più di altre alle patologie cardiache, come il boxer, il bulldog inglese, il bassotto tedesco, il pastore tedesco, il dobermann e i retriever fra i cani, o come il siamese o lo sphynx fra le razze feline.

I soggetti appartenenti a queste razze dovrebbero fare controlli cardiologici annuali fin dai primi anni di vita, anche in assenza di segni clinici evidenti.

Esistono poi quei soggetti che, pur non avendo una predisposizione di razza, a qualsiasi età possono iniziare a sviluppare patologie cardiache che ne possono compromettere inizialmente la qualità della vita e successivamente la vita stessa.

Il vostro medico veterinario durante la visita clinica di routine non mancherà di auscultare il cuore del vostro amico, e con il vostro aiuto verrà guidato verso un’eventuale diagnosi di cardiopatia.

E’ importante sottolineare come le terapie di un paziente cardiopatico non siano mai da sottovalutare, vanno somministrate con precisione e costanza; per consentire al nostro amico una buona qualità della vita e una terapia efficace è importante il dialogo fra il medico veterinario e il proprietario, nonché controlli cardiologici la cui frequenza verrà stabilita dal cardiologo caso per caso.

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